Don Antonio Bessone
Don Bessone nacque a Trana l’8 febbraio 1874. Venne ordinato sacerdote il 29 maggio 1899. La sua opera pastorale a Ceretta iniziò il 1° luglio 1914, quando la sua comunità religiosa era solamente una cappellania, dipendente dalla parrocchia del capoluogo. Con l’ausilio di personalità influenti, quali ad esempio mons. Francesco Maffei, riuscì nell’intento di rendere autonoma la cura delle anime, separandosi da S. Maurizio, non senza contrasti protrattisi per lunghi anni. Il decreto di erezione fu emanato dal cardinale Richelmy nel novembre del 1915.
Eventi particolarmente importanti nella sua vita di sacerdote furono le celebrazioni, iniziate il 3 settembre 1922, in occasione del centenario di erezione della chiesa.
La domenica nove luglio 1939 vide i festeggiamenti in suo onore “nella ricorrenza del 40° di Ordinazione sacerdotale e del 25° d’ingresso a Ceretta”.
Il 29 maggio 1949 ebbero luogo grandi festeggiamenti per il suo giubileo sacerdotale, ed i parrocchiani lo solennizzarono offrendogli “un artistico tronetto per l’altare”.
Dal 28 novembre 1955 e fino al settembre dell’anno successivo si celebrò il 40° della parrocchia.
Dotato di una personalità molto forte il teologo Bessone tese all’elevazione spirituale dei suoi parrocchiani, cercando in tutti i modi di avere contatti e coinvolgimenti con ogni strato della popolazione, creando la Filodrammatica, dando impulso alle cantorie, organizzando gite, e facendo del Bollettino una vera “Bibbia” di ammaestramenti. I suoi interventi per il decoro della chiesa, del salone parrocchiale e numerose altre opere fanno parte della storia di Ceretta.
In merito al Bollettino va ricordato che, dal 1948, egli lo svincolò dalla stampa a livello provinciale e lo produsse in proprio con un formato di otto pagine, stampato dalla “Tipografia FAIT-FAIT-Ceretta” come scherzosamente chiosava in ultima pagina. Dal 1953 la stampa passò a tipografie torinesi, ma la redazione fu sempre suo appannaggio fino al 1962, anno della sua partenza da Ceretta. Su questo organo di stampa, nel bimestre luglio-agosto 1962 è riportata, con data 10 giugno, la sua lettera di congedo ai parrocchiani, dopo 48 anni al loro servizio, per gravi motivi di salute. La domenica 1° luglio vi fu il commosso saluto di Ceretta al canonico Bessone che lascia la parrocchia.
Si stabilì alla Casa del Clero di Torino, ma fu ancora presente in diverse manifestazioni quali la festa di S. Agnese il 14 ottobre dello stesso anno oppure alla festa del Corpus Domini del 1963.
In occasione del 50° di parrocchia, culminato nella festa del 12 settembre 1965, rese una “visita purtroppo brevissima” ammirando la chiesa dopo i lavori di restauro.
Nel febbraio 1966, in occasione del suo 92° genetliaco “presso la casa di riposo del clero Pio X a Torino” gli furono, “recapitati i rallegramenti e gli auguri dei memori cerettesi”.
Morì a Torino il 03 marzo 1968. Nel 2007 gli fu intitolata una via nella Ceretta da lui tanto amata.
( Dal volume: “Prima pagina: notizie di cronaca e storia sanmauriziese”)
Eventi particolarmente importanti nella sua vita di sacerdote furono le celebrazioni, iniziate il 3 settembre 1922, in occasione del centenario di erezione della chiesa.
La domenica nove luglio 1939 vide i festeggiamenti in suo onore “nella ricorrenza del 40° di Ordinazione sacerdotale e del 25° d’ingresso a Ceretta”.
Il 29 maggio 1949 ebbero luogo grandi festeggiamenti per il suo giubileo sacerdotale, ed i parrocchiani lo solennizzarono offrendogli “un artistico tronetto per l’altare”.
Dal 28 novembre 1955 e fino al settembre dell’anno successivo si celebrò il 40° della parrocchia.
Dotato di una personalità molto forte il teologo Bessone tese all’elevazione spirituale dei suoi parrocchiani, cercando in tutti i modi di avere contatti e coinvolgimenti con ogni strato della popolazione, creando la Filodrammatica, dando impulso alle cantorie, organizzando gite, e facendo del Bollettino una vera “Bibbia” di ammaestramenti. I suoi interventi per il decoro della chiesa, del salone parrocchiale e numerose altre opere fanno parte della storia di Ceretta.
In merito al Bollettino va ricordato che, dal 1948, egli lo svincolò dalla stampa a livello provinciale e lo produsse in proprio con un formato di otto pagine, stampato dalla “Tipografia FAIT-FAIT-Ceretta” come scherzosamente chiosava in ultima pagina. Dal 1953 la stampa passò a tipografie torinesi, ma la redazione fu sempre suo appannaggio fino al 1962, anno della sua partenza da Ceretta. Su questo organo di stampa, nel bimestre luglio-agosto 1962 è riportata, con data 10 giugno, la sua lettera di congedo ai parrocchiani, dopo 48 anni al loro servizio, per gravi motivi di salute. La domenica 1° luglio vi fu il commosso saluto di Ceretta al canonico Bessone che lascia la parrocchia.
Si stabilì alla Casa del Clero di Torino, ma fu ancora presente in diverse manifestazioni quali la festa di S. Agnese il 14 ottobre dello stesso anno oppure alla festa del Corpus Domini del 1963.
In occasione del 50° di parrocchia, culminato nella festa del 12 settembre 1965, rese una “visita purtroppo brevissima” ammirando la chiesa dopo i lavori di restauro.
Nel febbraio 1966, in occasione del suo 92° genetliaco “presso la casa di riposo del clero Pio X a Torino” gli furono, “recapitati i rallegramenti e gli auguri dei memori cerettesi”.
Morì a Torino il 03 marzo 1968. Nel 2007 gli fu intitolata una via nella Ceretta da lui tanto amata.
( Dal volume: “Prima pagina: notizie di cronaca e storia sanmauriziese”)
Don Giuseppe Bruna
Il 2 Novembre 2011, giorno della Commemorazione dei Defunti, la comunità parrocchiale di Ceretta ha perso don Giuseppe Bruna, 87 anni, per 46 anni parroco della frazione. Nato a Torino il 9 aprile 1924. Dopo aver frequentato il Seminario Minore e Teologico fu ordinato presbitero in Duomo il 29 giugno 1949. Completò con l’anno del Convitto alla Consolata la preparazione al Ministero Sacerdotale che svolse per due anni a Coazze e per un anno a Castelnuovo Don Bosco.
I dieci anni seguenti furono fecondi in attività Pastorale nella Parrocchia di Indiretto di Coazze. Qui si interessò, come anche in seguito, non solo di arte e storia ma del progresso della popolazione.
Giunto a Ceretta di San Maurizio il 16 settembre 1962 accompagnò la crescita nel numero e nella fede degli abitanti negli anni irripetibili del Concilio Vaticano II e faticosi del dopo Concilio.
Tenne aggiornato se stesso e la sua gente con le numerose iniziative di formazione familiare, liturgica e culturale, nonché una sensibilità spiccata alle Missioni in primo luogo quelle della Consolata.
Nel contempo conduceva il lavoro di insegnante a Torino e a Ciriè, di cappellano alla Clinica Bertalazona, di collaboratore esperto in alcuni aspetti della Curia Vescovile interessandosi alla diffusione dei giornali cattolici. Intanto promuoveva la funzionalità e il decoro della bella chiesa ottocentesca a lui affidata, con la costruzione della nuova casa parrocchiale e dei locali di pertinenza.
Sostenuto dalla presenza della mamma Rosa e della madrina Adele, dalla collaborazione a tutto campo di Laura Gianotti e da un buon numero di parrocchiani che ne capivano l’anima sacerdotale e la passione socioculturale resisté sulla breccia per quasi 46 anni, superando il primo parroco don Antonio Bessone ben oltre l’età pensionabile; cedette alla diminuzione delle forze fisiche solo nel corso del suo 84° anno di età.
Di carattere gioviale ma non avvezzo allo schiamazzo, allergico ai complimenti adulatori seppe godere dei doni di Dio con le comunità dove esercitò il suo Ministero.
La salma riposa, in attesa della Risurrezione, nella tomba dei Parroci di San Maurizio Canavese.
(Da “La Voce del Popolo” di domenica 13 novembre 2011)
I dieci anni seguenti furono fecondi in attività Pastorale nella Parrocchia di Indiretto di Coazze. Qui si interessò, come anche in seguito, non solo di arte e storia ma del progresso della popolazione.
Giunto a Ceretta di San Maurizio il 16 settembre 1962 accompagnò la crescita nel numero e nella fede degli abitanti negli anni irripetibili del Concilio Vaticano II e faticosi del dopo Concilio.
Tenne aggiornato se stesso e la sua gente con le numerose iniziative di formazione familiare, liturgica e culturale, nonché una sensibilità spiccata alle Missioni in primo luogo quelle della Consolata.
Nel contempo conduceva il lavoro di insegnante a Torino e a Ciriè, di cappellano alla Clinica Bertalazona, di collaboratore esperto in alcuni aspetti della Curia Vescovile interessandosi alla diffusione dei giornali cattolici. Intanto promuoveva la funzionalità e il decoro della bella chiesa ottocentesca a lui affidata, con la costruzione della nuova casa parrocchiale e dei locali di pertinenza.
Sostenuto dalla presenza della mamma Rosa e della madrina Adele, dalla collaborazione a tutto campo di Laura Gianotti e da un buon numero di parrocchiani che ne capivano l’anima sacerdotale e la passione socioculturale resisté sulla breccia per quasi 46 anni, superando il primo parroco don Antonio Bessone ben oltre l’età pensionabile; cedette alla diminuzione delle forze fisiche solo nel corso del suo 84° anno di età.
Di carattere gioviale ma non avvezzo allo schiamazzo, allergico ai complimenti adulatori seppe godere dei doni di Dio con le comunità dove esercitò il suo Ministero.
La salma riposa, in attesa della Risurrezione, nella tomba dei Parroci di San Maurizio Canavese.
(Da “La Voce del Popolo” di domenica 13 novembre 2011)
Don Domenico Caglio
Don Domenico Caglio è nato a Fiano il 14 ottobre 1946 da famiglia contadina e operaia. Ha frequentato le scuole medie inferiori e superiori presso l’Istituto Salesiano di Lanzo Torinese, poi gli otto anni di Seminario a Rivoli. Dopo un anno di tirocinio a Pianezza a ricevuto l’ordinazione sacerdotale dal cardinale Michele Pellegrino il 26 settembre 1970. Nell’anno di formazione al Convitto della Consolata ha prestato il primo servizio pastorale presso la parrocchia di Favria Canavese, è stato quindi inviato come viceparroco a S. Michele di Cavallermaggiore ed è diventato parroco il 22 giugno 1975. Resta a Cavallermaggiore fino al 1986. Fa il suo ingresso a Savonera il 5 ottobre 1986 e vi resta per nove anni.
(Notizie tratte da: “Savonera. Una storia di vita e di fede”pg.112)
Dal 14 settembre 2008 è il nuovo parroco di Ceretta. E’ stato nominato già nel mese di giugno dalla Curia Arcivescovile quale successore di don Giuseppe Bruna.
“Era commosso e profondamente emozionato don Domenico Caglio, accolto domenica scorsa come si accoglie un padre, dalla comunità parrocchiale di Ceretta. Sono state le note della filarmonica ad accompagnare verso la chiesa il sacerdote …”. Ai fedeli della frazione si sono uniti anche i parrocchiani delle comunità che, in precedenza, egli aveva guidato.
Ad accogliere don Domenico è stato il sindaco Roberto Canova con altri amministratori. Don Domenico è stato presentato ai trecento fedeli presenti domenica, dal vicario episcopale don Antonio Foieri, che ha letto il messaggio del cardinale Severino Poletto, dal parroco di Vallo monsignor Vincenzo Chiarle, da venti sacerdoti dell’unità pastorale, con il moderatore don Paolo Burdino. Don Caglio ha subito conquistato i cuori dei cerettesi “Desidero – ha affermato nell’omelia il nuovo parroco - che ci impegniamo insieme a coltivare la nostra vocazione comune di figli di Dio. Qui ho già percepito il desiderio di crescere come comunità e sono sicuro che la collaborazione sarà basata su una fiducia e su un’intesa reciproca”.
Ha condiviso con altri sacerdoti la cura spirituale di migliaia di pazienti e di operatori sanitari all’interno dell’ospedale Molinette di Torino e oggi presso l’ospedale civile di Ciriè.
(Notizie tratte da: M. Bussone,“Il Risveglio” A. 72, n. 26, 26 giugno 2008)
(Notizie tratte da: “Savonera. Una storia di vita e di fede”pg.112)
Dal 14 settembre 2008 è il nuovo parroco di Ceretta. E’ stato nominato già nel mese di giugno dalla Curia Arcivescovile quale successore di don Giuseppe Bruna.
“Era commosso e profondamente emozionato don Domenico Caglio, accolto domenica scorsa come si accoglie un padre, dalla comunità parrocchiale di Ceretta. Sono state le note della filarmonica ad accompagnare verso la chiesa il sacerdote …”. Ai fedeli della frazione si sono uniti anche i parrocchiani delle comunità che, in precedenza, egli aveva guidato.
Ad accogliere don Domenico è stato il sindaco Roberto Canova con altri amministratori. Don Domenico è stato presentato ai trecento fedeli presenti domenica, dal vicario episcopale don Antonio Foieri, che ha letto il messaggio del cardinale Severino Poletto, dal parroco di Vallo monsignor Vincenzo Chiarle, da venti sacerdoti dell’unità pastorale, con il moderatore don Paolo Burdino. Don Caglio ha subito conquistato i cuori dei cerettesi “Desidero – ha affermato nell’omelia il nuovo parroco - che ci impegniamo insieme a coltivare la nostra vocazione comune di figli di Dio. Qui ho già percepito il desiderio di crescere come comunità e sono sicuro che la collaborazione sarà basata su una fiducia e su un’intesa reciproca”.
Ha condiviso con altri sacerdoti la cura spirituale di migliaia di pazienti e di operatori sanitari all’interno dell’ospedale Molinette di Torino e oggi presso l’ospedale civile di Ciriè.
(Notizie tratte da: M. Bussone,“Il Risveglio” A. 72, n. 26, 26 giugno 2008)